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La mia ricerca esplora l’osservazione di eventi marginali attraverso un lirismo aperto alle incursioni poetiche della quotidianità nel processo creativo. L’osservazione di contesti nei quali l’uomo è presente solo attraverso sporadiche tracce alimenta il mio interesse per il suo conflitto con la natura.

Untitled

2018 - 202

Serie di sei, ogniuno 20,2x30,2 cm 

Matita su cartoncino liscio.

Rivalutando gli elementi marginali, ho cercato di elaborare una visione soggettiva dell’oggettività intesa come fisicità inutile dei prodotti consumati, cercando il mistero celato oltre l’ovvietà. Ciò che non vediamo rende possibile immaginarlo; il contenuto modifica il contenitore, lo sguardo modifica sempre ciò che osserviamo.

Mute

2020

Dittico, 20 x 30 cm

Olio su tavola.

Nel corso dello sviluppo, moltissimi animali sono soggetti a profonde e spesso brusche trasformazioni, che li portano a compiere il loro sviluppo e a raggiungere l’età adulta. Alcuni, al termine di questo processo, si spogliano dell’exuvia (l’esoscheletro nel quale si è compita la loro metamorfosi) liberandosene definitivamente.

Gli indumenti che negli anni un gruppo di persone ha voluto cedermi emergono come testimonianza tangibile del loro vissuto, ed evocano una sorta di cambio di pelle verificatosi al termine di una fase significativa della loro esistenza.

Fino alle fondamenta

2019/2021

Serie di quattro, ogni uno 42 x 27,5 cm

Matite su cartoncino liscio.

C’è un tipo di resistenza alla modernità che non è umana, il cui scopo è appropriarsi (o riappropriarsi) di luoghi nei quali la civiltà non agisce più attivamente, determinando la propria espansione e il controllo del territorio. Là dove l’uomo retrocede dai limiti della sua conquista la natura emerge impossessandosi di antiche strutture per inglobarle, con la pazienza del rampicante che si insinua fra mattone e mattone smontando interi edifici nel corso di decenni. Ora nelle case abbandonate dalle genti in fuga verso le metropoli abitano animali di ogni sorta, la vegetazione invade stanze e camere, e sulle estremità degli alberi cresciuti nidificano uccelli dai meravigliosi canti. Ci sono forme di distruzione liete, perché il loro moto riporta alle origini il paesaggio.

Fino alle fondamenta

2021

31,5 x 41,5 cm

Cianotipia su cartoncino liscio

Collage digitale

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Gli eventi di questi ultimi mesi ci hanno indotti a riflettere seriamente su una più previdente economia degli spazi, delle energie e delle risorse, ma soprattutto dei rapporti umani.
La mancanza di cooperazione fra individui può corrispondere alla perdita delle esperienze collettive che rispondevano a un modello familiare equivalente al gruppo, e che ormai è ridotto a una particella di ciò che era.

Vari sono i modelli di collettività che possono migliorare il grado di benessere sociale; assemblare queste memorie può suggerirci una scala ipotetica di valori “perduti”.
Le cascine includevano generazioni diverse e di differenti età, le quali trasmettevano, o ricevevano valori preziosi. Oggi sono templi di cui la natura si impossessa abitandoli; la loro funzione è cambiata ma accoglie pur sempre vite animali... sono voliere a cielo aperto. In cima a un mondo elevato, fondato sui suoi ruderi, col canto degli uccelli potremo custodire il presentimento del nostro passato, in un giardino più vicino al cielo.

Ultime eco

2020

170 x 170 cm 

Installazione sonora

Stampe fotografiche su pannelli dibond

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In una zona di confine tra Veneto e Trentino c’è una località selvaggia, accerchiata da boschi distrutti recentemente da nubifragi e violente raffiche di vento. In questo altopiano ci sono i ‘Casoni di Marcèsina’, antiche case rivestite di metallo appartenute per generazioni ai boscaioli della zona. La loro caratteristica è di produrre rumori quando l’aria le colpisce. Il silenzio del luogo è così intenso da generare una lieve e costante risonanza di fondo, un brusìo che accompagna il suono di questi edifici (rintocchi di lamiere talvolta armoniosi). Queste presenze sonore sono l’emblema di quella “microstoria” che, a margine di eventi epocali, resiste logorandosi, secondo il divieto tramandato nelle generazioni di modificare il loro aspetto.

Oggi, a poco a poco, svanisce il retaggio di un luogo in cui l’uomo ha tentato di ambientarsi resistendo per secoli. Il presente, quando non c’è un’azione che conservi e tramandi il suo passato, non può avverarsi.

Le ombre non aspettano

2021

Dittico, 30 x 20 cm 

Olio su tavola

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Ci sono porzioni di spazio nel nostro quotidiano che attraversiamo spesso con noncuranza; eppure certi eventi possono sorprenderci inaspettatamente, grazie alla convergenza di circostanze ambientali che costituiscono l’antefatto di vere e proprie visioni. Contrasti di ombre e luci radenti, mezzi toni, colori cangianti possono ridefinire inaspettatamente, e in pochi istanti, i limiti fisici di un luogo, mutando così la percezione emotiva che abbiamo di esso. In un batter di ciglia la realtà diventa immagine prima ancora che sia raffigurata, quando sembra che ogni suo elemento sia stato collocato nel punto in cui si trova secondo il criterio compositivo di un autore ignoto. Oltre queste apparizioni ce ne sono infinite altre. Le cerco dove ancora non vedo; sono lì che attendono i miei occhi.

Erano giorni di luna rosa

2023

Installazione video 

10:18

Dimensioni variabili

Video proiezione e ciotola

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Si ricorderà, periodicamente, che mentre esploravamo con occhi diversi i confini delle nostre case era in atto una corsa contro il tempo per allestire ospedali da campo.
Ricorderò i giorni della pandemia anche per le magnolie in fiore viste dalla finestra o per la “super luna”, detta anche luna della lepre o luna rosa, che inaugurò proprio in quei giorni la primavera.

In un tempo scandito da ore più lente e silenziose le strade erano deserte, i parchi chiusi. I canti di merli, passeri e cince si alternavano alle sirene delle ambulanze e alle voci distorte degli altoparlanti. Mentre cadevano i petali dei fiori della magnolia suonavano spesso le campane; a morto.

Sai dove trovarmi

2019

Dittico, ogni uno 30,5 x 44 cm

Stampa fine art su carta cotone

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Due disegni di cascate, sovrapposti alle immagini di una vecchia enciclopedia sulle piante, instaurano con esse un rapporto di appartenenza che rivela, nella loro estraneità reciproca, legami contraddistinti da analogie formali e semantiche. Il mutamento snaturato dell’ambiente è determinato dal processo frenetico dello sviluppo economico.

I complessi processi sociali ed economici della modernità, sfavorevoli al benessere climatico e all’egualitarismo sociale, determinano le ragioni di una conveniente rivoluzione. L’immagine naturale rischia di essere rimossa dalla nostra coscienza e di diventare una memoria fantomatica, nel peggiore dei casi inesorabilmente imitabile.

Gli spazi dell'attesa

2022

20 x 30 cm

Fotografia digitale

Stampa su carta cotone

Negli spazi dell’attesa il vuoto è l’antefatto di una visione. Certi luoghi sembrano costruiti solo per essere visitati dallo sguardo. Spesso hai il presentimento che qualcosa di invisibile occupi la luce, e ciò avviene solo assistendo al transito delle ombre.

Gli spazi dell'attesa

2013

20 x 30 cm

Fotografia digitale

Stampa su carta cotone

Negli spazi dell’attesa il vuoto è l’antefatto di una visione. Certi luoghi sembrano costruiti solo per essere visitati dallo sguardo. Spesso hai il presentimento che qualcosa di invisibile occupi la luce, e ciò avviene solo assistendo al transito delle ombre.

Oltre i mari

2012

20 x 30 cm

Fotografia digitale

Stampa su carta cotone

La fotografia è per me ricerca di un'immagine capace di esprimere, isolandoli, aspetti culminanti della realtà. L'occhio attende (o sorprende) la convergenza di momenti che costituiscono l'antefatto di una visione. Mi approprio di ciò che corrisponde al mio immaginario, quindi seleziono istanti per poterli aggregare. Del viaggio mi servo per condurre lo sguardo dove non è possibile ricordare; scattando, per una frazione di secondo, vivo consapevolmente il tempo. Nello stupore che precede la scoperta e nel timore di arrivare tardi inseguo il mio presente.

Incustoditi

2017

30 x 30 cm

Matite su cartoncino liscio

Disegnare significa per me conferire particolare importanza a cose che di solito non ne hanno, sottraendole all’ovvietà che le rende trascurabili; mi sembra un modo efficace per non adeguare il futuro alla noia del presente, perciò, nella mia pratica, mi rifugio affinando il piacere di vedere, così luci e ombre chiaroscurate ridefiniscono minuziosamente l’identità degli oggetti rivalutati. Solo ciò di cui ci stupiamo resiste, e solo ciò a cui diamo importanza si conserva; possiamo solo scegliere che cosa elevare o ignorare, affermando così una condizione esclusiva della soggettività.

Raccolti

2020

Serie di nove, ogni uno 20 x 30 cm

Stampe su carta cotone

APPUNTO DA UNA PASSEGGIATA: uno sguardo rivolto alla pianura, intesa non solo come luogo considerato da un punto di vista geografico, ma come corrispettivo di una condizione mentale priva di limiti, dove capita di essere avvolti da una nebbia che rarefà i confini della visione o da gelide umidità che ci trattengono nell’attesa di improbabili ricorsi scanditi dal ciclo delle colture intensive.

Tracciati

2019

Dimensioni variabili

Fotografia digitale

Il dominio delle altitudini da parte dell’uomo ha inaugurato sin dalla sua nascita la conquista degli spazi verticali.

Il traffico dei cieli costituisce oggi uno dei più significativi mutamenti della concezione antropologica del paesaggio, prefigurando il futuro sconfinamento di massa dell’uomo nello spazio. Là dove speriamo di non avere riferimenti che ricordino il tempo che stiamo vivendo le scie di condensazione definiscono la geometria del conflitto tra tecnologia e natura.

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